Buongiorno. Sto scrivendo di un caso insolito.
Da quasi 30 anni soffro di epi post-traumatica (due ematomi, trapanazione, placca codubix, dopo la quale sono iniziati gli attacchi). Per anni, il mio neurologo ha cercato di scegliere farmaci che riducessero il numero di convulsioni (ho preso min. Rivotril, Depakine, ecc. ma il numero di attacchi oscillava intorno ai 2-3 a settimana). Dopo circa 2 anni, il medico ha finalmente "trovato" la giusta combinazione di farmaci. Attualmente, su base giornaliera, assumo Neurotope in combinazione con Lamitrin e temporaneamente Tranxene (in caso di paura che si verifichi un attacco) e infusi Relsed (per interrompere gli attacchi). Al momento, ho una media di 2 attacchi al mese, il che è, a mio parere, un grande successo e miglioramento. Fino a quando uno dei miei genitori non è rimasto in vita, sono stato curato privatamente, ma qualche anno fa ho dovuto passare al Fondo Sanitario Nazionale. Vorrei chiedere, perché un neurologo del Fondo Sanitario Nazionale mi ha offerto oggi di cambiare il mio farmaco con Ontozry e mi chiedo se valga la pena rischiare, dato che funziono in modo relativamente normale, non ho ansia, dormo tranquillamente, non soffro di afasia (solo dopo un attacco non sono in grado di coordinare i miei pensieri con la parola per circa 3 ore e ho paralizzato metà destra del mio corpo, ma ho già imparato a conviverci), non ho problemi a fare amicizia, ecc.? Il cambio di farmaco può influire sul deterioramento della mia salute?
Migliori saluti